venerdì 26 gennaio 2018

Occhio ambliope

In genere, la gestione precoce del disturbo è sufficiente per evitare problemi più tardi nella vita. La maggioranza dei casi può essere trattata (come avviene di solito) in due fasi. L’ambliopia o, come spesso viene chiamata popolarmente, l’ occhio pigro è un difetto visivo molto diffuso fra i bambini (circa il 3- della popolazione) il quale però, se correttamente affrontato e non sottovalutato, può essere felicemente risolto nella stragrande maggioranza dei casi. La sindrome dell’ occhio pigro, o ambliopia, è una disfunzione dell’ occhio con relativa riduzione della vista.


Mancando la comunicazione l’altro occhio , per compensazione, lavora il doppio. Abbiamo dimostrato che la chiusura dell’ occhio ambliope è una strategia efficace per favorirne il recupero”, dice Sale.

Il paradigma più usato, in questo campo, prevede lunghi periodi di occlusione dell’ occhio sano, per contrastarne la predominanza e favorire l’uso dell’ occhio pigro. L’ occhio ambliope attiva comunque dei neuroni a livello corticale e quando occludiamo questo occhio il cervello se ne accorge e cerca in qualche modo di riparare, potenziando l’attività dei circuiti correlati”, spiega la ricercatrice, “Questo aumento della scarica elettrica è dovuto appunto ai neuroni che cercano di aumentare le. Il nome medico per quello che viene comunemente chiamato “ occhio pigro”, è ambliopia. Una particolare patologia associata ad una visione ridotta da parte di un occhio dovuta all’incapacità, da parte del cervello, di riconoscere le immagini viste con l’ occhio debole, “pigro”, abliope, appunto. A volte è chiamato impropriamente occhio pigro (“lazy eye”).


Solitamente, un solo occhio è interessato da ambliopia, ma è possibile che entrambi gli occhi siano pigri. Riduzione del visus con deficit del campo visivo, in genere bilaterale, senza alterazioni oculari evidenti. Secondaria ad eccessivo consumo di tabacco, alcool o.

Esistono dei particolari esercizi per l’ occhio pigro. Oltre ad usare indirettamente il collirio, è possibile cercare di incoraggiare l’uso dell’ occhio ambliope. Attraverso l’occlusione con un cerotto, cioè un patching. Si va a posizionare un cerotto opaco e adesivo sulla pelle dell’ occhio dominante.


Nel trattamento dell’ambliopia viene comunemente prescritta l’occlusione, cioè l’applicazione di una benda sull’ occhio dominante allo scopo di stimolare l’altro occhio , quello ambliope (o “pigro”) a riprendere la propria funzione. Invece per migliorare la capacità visiva il trattamento principale è l’occlusione dell’ occhio sano per alcune ore al giorno, così da poter stimolare unicamente l’ occhio ambliope. Il trattamento deve necessariamente tenere conto della severità dell’ambliopia, dell’età del bambino e del tipo di ambliopia. La ricerca dimostra l’efficacia della chiusura dell’ occhio ambliope quale strategia per favorirne il recupero”, conclude Sale. La clinica FABIA MATER di Roma interviene su richiesta del medico oculistaad intervenire sulla cataratta di occhio ambliope su persona di anni 88.


Secondo Lei può essere solo una coincidenza che il miglioramento per entrambi sia stato esattamente di gradi ciascuno? La penalizzazione, sia farmacologica che ottica, rappresenta un altro possibile presidio terapeutico per l’ambliopia. La penalizzazione farmacologia (tramite colliri con atropina o ciclopentolato) impedisce l’accomodazione dell’ occhio buono, promuovendo così la fissazione con l’ occhio ambliope per oggetti vicini.


L’ occhio normale viene trattato (di solito con l’occlusione) per rendere l’ occhio ambliope più forte. Se c’è un’ambliopia asimmetrica (un occhio vede meglio dell’altro), l’occlusione può essere aggiunta. Alcuni ambliopi hanno una fissazione eccentrica. In esperimenti su animali si è visto che si instaura un’atrofia delle cellule del corpo genicolato laterale (stazione intermedia delle vie visive) connesse con l’ occhio ambliope e una riduzione progressiva del numero di cellule corticali attivabili attraverso l’ occhio ambliope stesso.


L’ambliopia può essere corretta tramite l’uso di occhiali da vista (per ripristinare la focalizzazione binoculare), l’occlusione dell’ occhio non ambliope (tramite una benda o un cerotto) o per mezzo di un trattamento chirurgico.

Per molti anni, l’ambliopia era considerata come una malattia non curabile nell’adolescente o nell’adulto. Metodica ottenibile grazie all’apposizione di particolari filtri (ad esempio i filtri di Bangerter) sulla lente dell’ occhio fissante, tali filtri sono trasparenti, autoadesivi e graduati in maniera tale da permettere la riduzione dell’acuità visiva a un valore noto. Tuttavia, la stimolazione visiva diretta dell’ occhio debole rimane una strategia promettente come terapia per l’a.

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