Come con i linfociti B, ciascun tipo di T riconosce un antigene diverso. I primi si dividono in linfociti T killer o citotossici, che liberano sostanze distruttive per la membrana degli agenti infettivi, linfociti T helper, che riconoscono l’antigene e attivano gli altri linfociti (risposta immunitaria primaria), linfociti T soppressori, che fermano la risposta immunitaria quando l’antigene è disattivato, e. Sono costituiti da quattro sottopopolazioni linfocitarie ( linfociti T citotossici, linfociti T helper, linfociti T suppressor e linfociti T DHT), ciascuna con azione specifica. Ricnoscono ed espongono molti markers di superficie, che svolgono un ruolo importante nel riconoscimento e nella cooperazione cellulare.
L’azione dei linfociti La risposta immunitaria acquisita non si scatena se prima non è stata attivata la risposta innata, meno specifica ma indubbiamente più rapida. Complessivamente, il pool di linfociti nell’organismo permette di riconoscere virtualmente tutti gli antigeni possibili e determinare una risposta adeguata.
L’attività irregolare delle cellule T killer può portare alla persistenza di agenti patogeni o malattie autoimmuni. Le cellule T ausiliiari, d’altra parte, aiutano a controllare e ad avviare la risposta immunitaria del corpo. Essi svolgono la loro azione principalmente in due modi: rilasciando una sostanza chiamata perforina “citotossica” in modo da distruggere la cellula infetta oppure inducendo la cellula infetta alla morte.
Esistono tre tipi di linfociti : linfociti B, linfociti T , linfociti NK (natural killer ). Si tratta delle cellule predisposte alla produzione degli anticorpi. I linfociti B sono responsabili della risposta “umorale”. Linfociti T totali ( CD) esprimono sulla loro superfice l’antigene CD3.
Sono essenziali alla immunità cellulo-mediata.
Svolgono una azione citotossica soprattutto contro le proliferazioni neoplastiche e. I ricercatori italiani creano i linfociti T killer che curano la leucemia I ricercatori italiani del San Raffaele hanno annunciato di essere riusciti a curare la leucemia, ed evitarne eventuali ricadute, grazie alla creazione di linfociti T , modificati geneticamente, infusi direttamente nei pazienti. Le cellule dendritiche fungono da collegamento tra i tessuti corporei e il sistema immunitario innato e adattativo, in quanto sono in grado di presentare antigeni alle cellule T , uno dei principali tipi di cellule del sistema immunitario adattativo. I Natural Killer sono deputati ad aggredire e distruggere le cellule infette o anomale, ed interagiscono con le altre cellule del sistema immunitario. Prodotti nel midollo osseo a partire da un unico tipo di cellula staminale ematopoietica, i linfociti sono divisi in tre tipi principali: cellule NK, linfociti B, e linfociti T , che esibiscono diversi marker di superficie e differenti funzioni.
NOTA BENE: i linfociti B riconoscono antigeni in fase solubile, mentre i linfociti T non possono legarsi agli antigeni a meno che essi non esibiscano sulle loro membrane cellulari sequenze proteiche MHC di classe I. Una volta attivate seguono i processi di espansione e la. Le cellule killer sono i linfociti T , un gruppo di leucociti in grado di individuare e di distruggere le cellule malate. Alterazioni genetiche o acquisite possono determinare l‘assenza o il malfunzionamento di specifiche popolazioni di linfociti T nell’organismo, causando malattie anche molto gravi.
Di seguito alcuni esempi di patologie correlate ai linfociti T. Nel caso dei tumori, tuttavia, si sono evoluti al punto dall’esser in grado di sabotare i linfociti così da poter continuare a moltiplicarsi liberamente. Una particolare categoria di linfociti T , chiamati molto appropriatamente “ linfociti killer ”, è in grado di uccidere le cellule nemiche – cellule infettate da virus o cellule tumorali – distruggendone la membrana o attivando il loro sistema di autodistruzione che porta la cellula maligna all’apoptosi, la morte programmata. Il termine natural killer deriva dal fatto che queste cellule , in vitro, sono in grado di uccidere le cellule bersaglio senza necessità di attivazione. Un linfocita T killer è selezionato e attivato dal contatto del suo recettore specifico con il complesso antigene-MHC di una cellula infetta e dalle interleuchine dei linfociti T. Le cellule natural killer sono linfociti del sistema immunitario in grado di riconoscere e distruggere cellule tumorali o infette da virus. Oltre ad un ruolo di difesa, le cellule natural killer hanno anche una funzione regolatoria, capaci di interagire con, macrofagi, cellule T , cellule dentritiche ed endoteliali.
Durante questa fase le cellule T natural killer e le cellule NK sono stimolate a infiltrare il tumore e producono IFN-gamma.
Le cellule NK sono dei grandi linfociti granulari in grado di uccidere le cellule bersaglio (virus e cellule tumorali) senza dover interagire con complessi antigene-MHC. Esse non si sviluppano nel timo, non vanno incontro a riarrangiamento genico dei propri recettori, non esprimono i recettori per l’antigene tipico dei linfociti T , né il CDe sono incapaci di memoria immunologica. Nel nostro organismo ci sono anche linfociti T che riconoscono le cellule tumorali, ma sono molto rari mentre un paziente ha bisogno di averne molti. Questi sono: cellule T helper e cellule T killer. La Food and Drug Administration americana ha approvato Yescarta, una terapia genica che trasforma le cellule T dei pazienti in killer del cancro.
La tecnica sviluppata per combattere il linfoma non-Hodgkin. Linfociti t citotossici fanno parte dell immunità acquisita hanno un recettore tcr che non riconosce l antigene nella sua conformazione naturale ma dopo essere stato processato da APC.
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