Olivi resistenti e tolleranti alla Xylella , è ora di fare chiarezza. Un olivo del campo di Giorgio Greco appare indenne, nonostante Cellina di Nardò e Ogliarola Salentina stiano cedendo a Xylella fastidiosa. Non tutti gli ulivi vengono colpiti dalla Xylella fastidiosa.
Una di queste varietà è il Leccino che, lì dove tre anni fa è stata introdotta innestando piante di olive già colpite dalla Xylella , sta già dando i primi frutti. L’epidemia di Xylella fastidiosa che affligge da qualche anno l’olivicoltura pugliese ha ormai varcato i confini della provincia di Lecce, interessando anche parte delle provincie di Brindisi e Taranto.
Si tratta di un territorio che ospita circa venti milioni di ulivi , una parte non trascurabile dei quali ormai gravemente compromessa. LECCE - Cresce il numero di varietà di ulivi resistenti alla Xylella. Secondo i monitoraggi e le ricerche promosse dall’associazione Voce dell’ Ulivo , le varietà che risultano essere prive di disseccamenti tipici del Co.
Leccino e Frantoio già ampiamente verificate, sono Coratina, Pendolino, Bella di Cerignola e Cipressino. Dopo sei anni e un danno che, solo per il valore degli alberi, ammonta a un miliardo e duecento milioni. A cui aggiungere la perdita di produzione e occupazione. Ma ora c’è il primo olio ottenuto da ulivi resistenti alla Xylella , grazie all’innesto di piante malate con varietà resistenti di leccino che, dopo tre anni, sono tornate a produrre.
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Nel dettaglio, il piano prevede l’accelerazione delle operazioni di espianto degli ulivi nella zona infetta, il reimpianto di ulivi con cultivar resistenti al batterio Xylella fastidiosa e il risarcimento dei danni subiti dalle imprese agricole e dai frantoi oleari presenti sul territorio interessato dalla diffusione della Xylella fastidiosa. ROMA - L’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp-Cnr) del Consiglio nazionale delle ricerche ha scoperto una nuova varietà di olivo resistente alla Xylella fastidiosa. Non è bastato l’enorme danno provocato dalla xylella fastidiosa, che in poco meno di un lustro ha messo in ginocchio gran parte dell’olivicoltura salentina, ora gli olivicoltori saranno costretti a subire anche la beffa di dover pagare un prezzo salatissimo per acquistare le varietà di olivo che scientificamente hanno dimostrato maggiore.
Xylella , Cnr: “Non più eradicabile, ma gli innesti possono salvare gli ulivi millenari” ROMA – Innestando varietà di ulivo resistenti alla Xylella sulle piante centenarie e millenarie – irrinunciabile elemento di storia, cultura e paesaggio del Salento – si ottengono risultati positivi che potrebbero salvare le preziose piante. Coinvolgere direttamente la cittadinanza in un compito difficile, la ricerca del classico ago nel pagliaio, cioè individuare e segnalare poche piante di olivo resistenti su un territorio ormai enorme nelle aree rurali, marginali e naturali fortemente colpite dall’epidemia di Xylella. Il consorzio olivicolo Unaprol consegnerà ad ottobre 200mila piante di ulivo leccino resistenti alla Xylella che verranno affidate ai nostri olivicoltori, un impegno per non condannare alla desertificazione l’area infetta che riguarda 183mila ettari” ha annunciato il presidente dell’Unaprol David Granieri.
La seconda appare ancora più intrigante, se si può dire: ammesso che le varietà di ulivo che ci dicono essere resistenti alla Xylella (e la scienza stessa dice pure di no) a che ci serve questa resistenza se la causa prevalente del disseccamento è un’altra o sono altre? Xylella , vivaio toscano produce pianta olivo resistente a batterio Qualità certificata dal Cnr di Bari. Xylella , ecco il primo olio da ulivi resistenti E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della spremitura delle prime olive ottenute grazie all’innesto di piante malate con varietà resistenti di Leccino che dopo tre anni sono tornate a produrre in Salento a Gagliano del Capo, dove grazie al clima c’è stata una molitura anticipata. Una speranza per gli olivicoltori.
Puglia, nasce il primo olio che resiste alla xylella. La peste degli ulivi , la Xylella , che in sei anni ha devastato milioni di piante e deturpato il paesaggio, creando problemi al settore olivicolo del salento, potrebbe essere elusa. Prodotto il primo olio ottenuto da olive raccolte dagli ulivi immunizzati dal batterio killer. Coldiretti, dalla Puglia arriva il primo olio da ulivi resistenti alla Xylella.
Varietà con frutti sferici, di grandi dimensioni e ricchi di polpa, come per esempio quelle da tavola risultano maggiormente attrattive per le femmina di mosca e per questo potrebbero essere utilizzate come piante spia. Tutto ebbe inizio con alcune segnalazioni di olivicoltori del Basso Salento (Gallipoli e zone limitrofe) che già da diversi anni lamentavano i sintomi di uno strano disseccamento delle piante di olivo , specie di per sé rustica ed abbastanza resistente. Il consorzio olivicolo Unaprol-annuncia il suo presidente David Granieri- consegnerà ad ottobre 200mila piante di ulivo Leccino resistenti alla Xylella che verranno affidate ai nostri olivicoltori, un impegno per non condannare alla desertificazione l’area infetta che riguarda 183mila ettari”.
Xylella con le ore contate, gli ulivi sono pronti per rinascere “I primi alberi resistenti alla xylella hanno modo di essere piantati nel leccese. Se la scoperta di una varietà resistente è fondamentale per il futuro della Regione, resta tuttavia da capire perché le sperimentazione sulle piante colpite da disseccamento (ricordiamo che non in tutte le piante colpite da disseccamento ci sono batteri di Xylella !) sul campo non sia stata portata avanti in maniera approfondita ed estensiva. Xylella , primo olio da ulivi malati grazie a innesti di leccino “Dopo il calo degli ultimi anni iniziano ad essere evidenti i primi segni di ripresa. Esistono circa varietà di olivo resistenti al freddo in tutta Italia. In questo caso visto l’areale di coltivazione, le consiglio di impiantare come piante resistenti al freddo, la Grignan di origine veneta, oppure la Bianchera che viene da Friuli Venezia Giulia.
L’uso d’impianti di varietà d’ olivo resistenti alla Xylella o d’oliveti costituiti da varietà suscettibili innestati con varietà resistenti non è da paragonare nemmeno lontanamente alla storica resistenza dei vigneti alla fillossera (Phylloxera vastatrix o Viteus vitifoliae), come qualcuno potrebbe pensare, perché in questo secondo.
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