IL tumore al seno può essere catalogato in modi diversi. Dal punto di vista morfologico (o istologico) si può distinguere quale tipo di cellule danno origine al tumore , le cellule dei lobuli (le piccole ghiandole deputate alla produzione del latte) o dei dotti lattiferi (che, come dice il nome, portano il latte dal lobulo al capezzo). Nei tumori in fase precoce a tutte le età e in quelli in fase avanzata dopo la menopausa la terapia ormonale per il tumore al seno si assume per bocca una volta al giorno, di solito sotto forma di compresse.
Se il tumore presenta i recettori per gli estrogeni e per il progesterone (proteine presenti sulla superficie di alcune cellule cancerose), è necessario sottoporsi a una terapia “ ormonale “ ovvero antiestrogeno. La terapia ormonale ha l’obiettivo di interferire con gli estrogeni, per ridurre il loro stimolo proliferativi sulla cellula neoplastica. Estrogeno-donimanza e tumore al seno Altrettanto importante è la riduzione relativa della produzione di un ormone. Immaginiamo tutti gli ormoni messi assieme come un’orchestra: spesso infatti si parla di sinfonia ormonale.
In particolare le perdite ematiche tra un ciclo e l’altro o post menopausa, sono sintomatiche di un tipo di cancro alle ovaie di origine ormonale , detto stromale perché si forma dal tessuto stromalico che funge da sostegno per l’organo stesso. Tumore al seno: la terapia ormonale riduce il rischio di recidiva. Buone notizie per le donne in menopausa operate di cancro al seno: uno studio americano ha dimostrato che seguendo la terapia ormonale per anni hanno un rischio più basso di sviluppare recidive. Questa è la caratteristica comune a tutte le forme di tumore.
Esistono tuttavia differenze, anche significative, tra un tumore e un altro a seconda degli organi o dei tessuti in cui si sviluppa. Carcinoma duttale infiltrante Gormonosensibile. Quanto si vive con una diagnosi di tumore al seno? Oggi, rispetto al passato, grazie alle nuove possibilità di cura, la sopravvivenza delle pazienti affette da carcinoma mammario è notevolmente aumentata. La terapia ormonale rispetto alla chemioterapia non ha gli effetti collaterali classici quali nausea, vomito alopecia, mielodepressione etc.
Mammella e prostata sono i tumori non endocrini che meglio si avvantaggiano della terapia endocrina. Inoltre, lo stato ormonale di un tumore può variare con il passare del tempo: ad esempio, frequentemente i tumori del seno in fase iniziale sono tumori ormono-dipendenti a differenza dei tumori mammari in fase avanzata che non lo sono o lo sono meno. Nelle persone con tumore alla prostata in terapia ormonale la qualità di vita migliora se si svolge una regolare attività fisica. Il tumore della mammella può ripresentarsi sotto forma di metastasi anche dopo molti anni dall’intervento chirurgico e dalla fine delle terapie postoperatorie. Il carcinoma mammario è un tumore maligno che si sviluppa a partire dalle cellule della mammella I medici sono abituati a classificare le tipologie di tumore della mammella in base agli stadi di malattia, che indicano il livello di crescita del tumore e la sua propagazione, ovvero lo sviluppo della patologia stessa.
Le terapie per curare un tumore metastatico dipendono dal tipo di tumore di origine , ma anche dalla sede e dal tipo di metastasi, oltre che dalle condizioni generali del paziente. In genere il trattamento del tumore metastatico ha lo scopo di mantenere sotto controllo la malattia e di ridurne i sintomi. Un carcinoma midollare della tiroide su quattro è tuttavia di origine familiare, dovuto, in particolare, a una mutazione germinale del gene RET.
Nella sua forma ereditaria, questo tipo di tumore può manifestarsi esclusivamente a livello della tiroide, ma può anche colpire più ghiandole, dando vita a una sindrome endocrina multipla. Tali tumori vengono definiti non funzionanti in quanto non si associano sindromi cliniche da iperincreazione ormonale. Istologicamente sono costituiti da cellule a insulina (), PP (), glucagone () e somatostatina (). Secondarismi polmonari: tumori di origine.
Le metastasi al polmone sono causate da un tumore al terzo o quarto stadio. Alcune di queste possono lasciare il cancro primario e passare in un’altra parte del corpo mediante il circolo sanguigno o il sistema linfatico, in questo caso i polmoni. Quando il tumore si diffonde al di fuori della prostata, di norma problemi di urina a basso flusso le ossa ed i linfonodi. Il problema più grave è che molti ignorano i sintomi di uno squilibrio ormonale , perché li considerano tipici di altri disturbi comuni che non hanno a che vedere con il livello ormonale dell’organismo.
Tuttavia, conviene analizzare questi sintomi in dettaglio e non scartare subito la possibilità di uno squilibrio ormonale. Assumere un’alta dose di grassi omega di origine animale, come quelli reperibili nell’olio di krill. Una carenza di omega- è un fattore comune dei tumori che spesso passa inosservato. Evitare di bere alcolici. O limitare il consumo di bevande alcoliche a un bicchiere al giorno (per le donne).
Allattare esclusivamente al seno.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.